Rifiuti sanitari pericolosi: gestione, deposito e smaltimento

La gestione e lo smaltimento dei rifiuti sanitari pericolosi diminuiscono i fattori di rischio e favoriscono, quando possibile, il riciclaggio e il recupero sotto forma di materia o energia. Proprio per queste ragioni la normativa impone alle strutture che svolgono attività sanitaria e veterinaria, l’applicazione di procedure di sicurezza e l’utilizzo di dispositivi, imballaggi e contenitori per la raccolta, il deposito, il trasporto e lo smaltimento.

Tutti le aziende che producono rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo e non, sono chiamate a svolgere corsi di formazione per imparare a riconoscere i rifiuti e per gestire in maniera ottimizzata (anche economicamente) tutto il processo che, dalla produzione, porta allo smaltimento secondo le regole. Affinché ogni struttura sia ben organizzata per una gestione dei rifiuti sostenibile ed efficace e, per minimizzare i rischi di contatto con i materiali e le sostanze, ci sono aziende che si occupano di coordinare e supervisionare tutte le attività. Tra le realtà con maggiore esperienza c’è Sinergie Ecologiche, specializzata in gestione rifiuti speciali e pericolosi a Roma e in tutta la provincia.

Entriamo nel dettaglio dell’articolo per saperne di più sulle modalità di gestione dei rifiuti ospedalieri e di tutti quei materiali e sostanze pericolose che derivano da attività sanitarie e veterinarie.

Indicazioni generali per la gestione sicura dei rifiuti sanitari pericolosi

La gestione di un rifiuto s’intende come una serie di attività che devono essere svolte nei luoghi dove il rifiuto stesso viene prodotto. Eccole qui elencate:

  • raccolta;
  • movimentazione interna;
  • deposito temporaneo;
  • trasporto esterno;
  • smaltimento o recupero.

Per una gestione efficace occorre prima di tutto sapere riconoscere le diverse tipologie di rifiuto. Ricordiamo quindi la classificazione che comprende i rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo e non, quelli non pericolosi, gli assimilati ai rifiuti urbani e quelli che richiedono particolari modalità di smaltimento. 

Operatività e divieti

Tutto il personale addetto provvede alla raccolta dei rifiuti secondo la tipologia, usando i contenitori corretti messi a disposizione e, naturalmente, i DPI e tutte le misure di protezione previste per la loro manipolazione (es guanti monouso).

È importantissimo ricordare i comportamenti vietati:

  • abbandono e deposito incontrollato di rifiuti in ambienti non idonei;
  • immissione di qualsiasi rifiuto liquido o solido nelle acque superficiali e sotterranee;
  • uso improprio di contenitori autorizzati;
  • miscelare categorie diverse di rifiuti pericolosi tra loro o con altri non pericolosi.

Tra le operazioni a carico del personale sanitario c’è anche il recupero dei materiali che possono essere smaltiti con la raccolta differenziata. Tra gli esempi più esaustivi ci sono i contenitori in vetro di farmaci (esclusi quelli dei farmaci antiblastici che sono cancerogeni e quelli contaminati da sostanze biologiche) e altri imballaggi di carta, cartone, plastica e metallo che non rientri tra quelli pericolosi. Diversa, invece, la procedura per i rifiuti sanitari che prevedono particolari operazioni di smaltimento, quali farmaci scaduti o non più utilizzabili, citotossici, citostatici e le sostanze stupefacenti e psicotrope. Non solo, tra questi anche i chemioterapici antiblastici, pericolosi, se inalati o assorbiti attraverso cute e mucose.

Approfondiamo la procedura che riguarda i rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo.

Deposito, trasporto e smaltimento dei rifiuti sanitari a rischio infettivo

Per tutelare la salute pubblica e l’ambiente, le fasi di deposito temporaneo e preliminare, il trasporto interno dei rifiuti a rischio e lo smaltimento o recupero sono regolamentate dal DPR 254/2003. Vediamo quali sono le disposizioni per una gestione sicura.

Norme e organizzazione per il deposito temporaneo

La normativa che disciplina la gestione dei rifiuti e nello specifico l’articolo 8 del DPR 254/2003 definisce che per la movimentazione interna e il deposito debbano essere utilizzati appositi imballaggi a perdere (anche flessibili) che riportino la dicitura Rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo e, indicando il simbolo del rischio biologico. Invece, nel caso di rifiuti taglienti o pungenti, gli operatori dovranno utilizzare imballaggi rigidi a perdere, che siano resistenti alle punture e con la scritta Rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo taglienti e pungenti. Inoltre, la direttiva prevede che il deposito temporaneo duri al massimo cinque giorni, tranne nei casi eccezionali citati all’interno dello stesso articolo e, che, anche la registrazione sul registro di carico e scarico deve essere fatta entro il quinto giorno.

Rispetto all’area adibita a deposito, se localizzata all’esterno, la struttura dovrà predisporre delle tettoie per la protezione dei contenitori dalla pioggia e dal sole. Inoltre, nelle vicinanze dei depositi di rifiuti liquidi è necessario prevedere un kit di emergenza antispandimento con materiale assorbente.

La sterilizzazione

I rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo sono gli unici che possono essere sottoposti a sterilizzazione, ovvero al processo che abbatte la carica microbica, garantendo un livello S.A.L. (Sterility Assurance Level) non inferiore a 10-6. Durante questo procedimento, non obbligatorio, i rifiuti vengono triturati, essiccati e diminuiti di volume.

Operazione di smaltimento rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo e sterilizzati

Il decreto legislativo 152/2006 prescrive che i rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo vengano smaltiti attraverso impianti di termodistruzione autorizzati, ovvero impianti di incenerimento dedicati o anche quelli dotati di forni predisposti per lo smaltimento dei rifiuti urbani, purché non vengano mescolati. Nel caso di rifiuti sanitari sterilizzati assimilati agli urbani, questi verranno trasportati presso impianti d’incenerimento o discariche, ben identificati con apposito codice CER. Invece, quelli non assimilati ai rifiuti urbani, saranno inviati ad impianti di produzione di combustibile per la produzione di energia, etichettati con codice CER 191210.

Servizio di gestione rifiuti speciali

I rifiuti speciali sanitari sono una tra le categorie richiedono maggiore attenzione, soprattutto se parliamo di rifiuti ospedalieri a rischio infettivo. Ecco che, per una gestione sostenibile a norma di legge, a tutela sia del fatturato aziendale, che della salute pubblica e dell’ambiente, è importante avere le idee chiare .

Per organizzare e coordinare tutte le attività di gestione e smaltimento dei rifiuti sanitari pericolosi chiedi aiuto a Sinergie Ecologiche.

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